☭    "Non è difficile essere rivoluzionari quando la rivoluzione è già scoppiata e divampa... È cosa molto più difficile - e molto più preziosa - sapere essere rivoluzionari quando non esistono ancora le condizioni per una lotta diretta, aperta, effettivamente di massa, effettivamente rivoluzionaria; saper propugnare gli interessi della rivoluzione (con la propaganda, con l'agitazione, con l'organizzazione) nelle istituzioni non rivoluzionare, sovente addirittura reazionarie, in un ambiente non rivoluzionario, fra una massa incapace di comprendere subito la necessità del metodo rivoluzionario di azione"     ☭    



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La lotta esemplare di Enver Hoxha


15, febbraio, 2020
pubblichiamo questo articolo di piattaforma comunista dell'aprile 2015 nel trentennale della morte del compagno Enver Hoxha un esempio di marxista-leninista dedito fino alla fine alla lotta contro l'opportunismo e il revisionismo per la difesa e lo sviluppo del movimento comunista e operaio.
redazione Aurora Proletaria



Trenta anni fa, l’11 aprile 1985, moriva a Tirana il compagno Enver Hoxha, fondatore e segretario del Partito del Lavoro di Albania, figura esemplare di comunista forgiato dalle grandi battaglie del suo tempo.
Questo anniversario ci offre l’opportunità di riflettere sull’impatto che ha avuto il compagno Enver Hoxha sul movimento comunista e operaio internazionale.
Per valutare obiettivamente il pensiero e l’opera del compagno Enver Hoxha, per valorizzarla e attualizzarla degnamente, riteniamo, infatti, che non sia sufficiente basarsi su quanto egli ha realizzato in Albania: la fondazione del Partito comunista, la vittoriosa guerra liberazione dal nazifascismo, la democrazia popolare e la costruzione del socialismo sulla base dei principi di Marx, Engels, Lenin e Stalin, i grandi progressi sociali e culturali realizzati, la lotta contro il burocratismo, l’emancipazione delle donne dal retaggio feudale, la lotta contro la religione, etc.
Tutto ciò costituisce un merito inestimabile. La lotta per il socialismo e il comunismo, contro il revisionismo, contro tutti i nemici della classe operaia e dei popoli però non ha un ristretto carattere nazionale, ma deve essere compresa e valutata su scala mondiale.
Noi pensiamo che oggi bisogna ricordare il compagno Enver Hoxha più per l’enorme contributo che ha dato al movimento comunista internazionale, alla causa della classe operaia e dei popoli oppressi del mondo, che per quello che ha realizzato nel suo paese, in cui conseguì enormi avanzamenti e successi in ogni campo.
Questa realtà deve essere affermata con forza e difesa, come suo fondamentale contributo alla causa del proletariato internazionale.
Enver Hoxha ha infatti svolto un ruolo essenziale nella formazione ideologica, politica e nella caratterizzazione del movimento comunista internazionale del nostro tempo, così come nella formulazione degli orientamenti strategici e tattici per le lotte rivoluzionarie del proletariato e dei popoli.
E’ necessario analizzare e comprendere i suoi sforzi e contributi per la difesa e lo sviluppo del marxismo-leninismo, espressione teorico–scientifica degli interessi del proletariato internazionale, la sua ininterrotta e indomabile lotta antirevisionista, l’appoggio politico, morale e materiale che ha fornito ai distaccamenti d’avanguardia del proletariato, alla lotta della classe operaia e dei popoli oppressi del mondo, offerti malgrado le difficoltà e le limitate dimensioni del socialismo albanese.
Ci soffermeremo brevemente, dunque, su alcuni aspetti di questa battaglia svolta negli anni dal compagno Enver Hoxha.

La lotta contro il revisionismo moderno

La lotta svolta dal compagno Enver e dal PLA contro il revisionismo moderno, l’elevato livello di resistenza e di attacco che dispiegò contro questo sottoprodotto dell’imperialismo, l’aspra lotta ideologica e politica che portò avanti nonostante il blocco imperialista- revisionista e i numerosi tentativi di distruggere l’Albania socialista, la sua analisi delle strategie e delle tendenze delle superpotenze imperialiste nella seconda metà del secolo XIX, le sue tesi e conclusioni, i compiti di lotta che ne derivano, vanno molto aldilà della costruzione del socialismo in Albania e della difesa della patria socialista.
La prima battaglia svolta da Enver contro il revisionismo fu, come è noto, quella contro la direzione del Partito comunista jugoslavo che aveva cominciato a seguire, nelle questioni fondamentali della politica interna ed estera, una linea che rappresentava una deviazione della teoria e della pratica marxista-leninista.
Per capire questa lotta svolta da Enver e dal PLA è necessario ricordare alcune premesse. L’Albania si liberò con le sue proprie forze delle truppe occupanti nazifasciste il 17 novembre 1944. Durante la guerra, nella lotta contro i nemico comune, i comunisti albanesi e quelli jugoslavi annodarono stretti vincoli. Subito dopo la liberazione dell’Albania due divisioni dell’Esercito di liberazione albanese inseguirono le truppe hitleriane in Jugoslavia, combattendo fianco a fianco con i partigiani jugoslavi. Animati da vero spirito internazionalista centinaia di combattenti albanesi dettero la vita per la liberazione dei popoli di Jugoslavia. Bisogna anche ricordare che Enver e il PLA non hanno mai ammesso lo slogan fascista e sciovinista della “grande Albania”, sostenendo che la giusta soluzione ai complessi problemi nazionali poteva essere data solo dalla vittoria della rivoluzione popolare sia in Albania, sia in Jugoslavia. Inoltre, il partito di Enver, combattendo ogni forma di sciovinismo, si è sempre espresso per la stabilità della Federazione jugoslava.
Purtroppo, già negli anni seguenti al dopoguerra si manifestò una linea egemonica da parte del partito jugoslavo che interveniva in modo brutale negli affari interni e nella vita del Partito e dello Stato albanese, violando le norme che regolano i rapporti fra partiti comunisti e mettendo in pericolo la indipendenza e la sovranità nazionale albanese.
In quegli stessi anni emerse anche la linea opportunista e antisovietica della direzione del PCJ, che fu aspramente criticata dal Cominform.
Sul piano interno i dirigenti iugoslavi abbracciarono la tesi secondo la quale nel periodo di transizione dal capitalismo al socialismo la lotta di classe non si acutizza, ma si estingue; sul piano estero avviarono una politica di inimicizia nei confronti dell'Unione Sovietica e del Partito comunista (bolscevico) dell'URSS, allontanandosi così dal marxismo-leninismo e ponendosi così sulla strada della separazione del campo socialista, contrapposto a quello imperialista.
Questi atteggiamenti furono oggetto della più spietata critica da parte di Enver Hoxha per i loro legami con gli imperialisti angloamericani, per le prese di posizione antisovietiche, la teoria e la pratica antisocialista del sistema di “autogestione” nell’economia, l’epurazione del Partito jugoslavo degli elementi marxisti-leninisti e la negazione del ruolo guida del Partito, così come per le tendenze espansionistiche ed egemoniche nei confronti dell’Albania socialista e del popolo albanese.
Enver Hoxha previde la tragica disintegrazione della Jugoslavia e il manifestarsi di eventi sanguinosi risultato della duplice azione dello sciovinismo grande serbo e delle relazioni stabilite con l’imperialismo.
Subito dopo la morte di Stalin i rinnegati revisionisti kruscioviani, cominciarono ad attaccare la linea marxista-leninista, la teoria e la pratica della costruzione socialista.
Quando fu chiaro i revisionisti kruscioviani avevano usurpato e preso in mano le redini del Partito Comunista e dello Stato sovietico, Enver Hoxha dichiarò una lotta aperta e senza compromessi contro la cricca di rinnegati al potere, considerando ciò un proprio dovere internazionalista.
Il XX Congresso del PCUS rafforzò la convinzione del compagno Enver di sviluppare contro i kruscioviani questa lotta impari, in difesa della gloriosa via rivoluzionaria del Partito Bolscevico e dei popoli sovietici, in difesa di Stalin e degli insegnamenti d’Ottobre, a difesa delle tesi del socialismo proletario, della pratica rivoluzionaria, del ruolo della classe operaia, della lotta antimperialista dei popoli e dell’internazionalismo proletario, vergognosamente calpestati e traditi dai revisionisti.
Il 16 novembre 1960, Enver Hoxha pronunciò, a nome del CC del PLA, uno storico discorso alla Conferenza degli 81 partiti comunisti e operai svoltasi a Mosca, con il quale denunciò le tesi e le prese di posizione revisioniste del gruppo kruscioviano sulle questioni fondamentali della teoria e della pratica della rivoluzione e dell’edificazione socialista, della strategia e della tattica del movimento comunista.
A partire da quegli anni, il compagno Enver avviò un’analisi scientifica per gettare luce sul processo di restaurazione del capitalismo in Unione Sovietica, sulla sua progressiva integrazione nel sistema del capitalismo mondiale e su tutti i fenomeni regressivi che accompagnavano questi processi a livello politico, sociale, etc., scontrandosi frontalmente con la linea kruscioviana-brezneviana. Nella sua ferma condanna di principio, non identificò mai la direzione revisionista con la classe operaia e il popolo sovietico.
Il compito di analizzare le radici di questa degenerazione, la difesa dei principi e delle norme leniniste del partito rivoluzionario della classe operaia, nonché l’aiuto alle nuove forze marxiste-leniniste per liberarsi di tutta l’influenza negativa ereditata dalla bancarotta revisionista, sono stati compiti di eccezionale rilevanza, che hanno potuto contare sul contributo inestimabile del compagno Enver Hoxha.
Le questioni sollevate dalla lotta di principio portata avanti dal compianto dirigente comunista albanese convertirono la polemica in due campi ben precisi: quello del marxismo- leninismo e quello del moderno revisionismo, che tuttora esistono e sono in acuto conflitto fra di loro.
La formazione e lo sviluppo di nuovi Partiti e Organizzazioni marxisti-leninisti, in lotta contro il revisionismo, fu un processo che si appoggiò sulla lotta di principio scatenata dal PLA, dalla sua direzione e in prima persona dal compagno Enver Hoxha.
Non tardò molto tempo, e nell’autostrada del tradimento, della mistificazione e della degenerazione dei partiti comunisti in partiti di tipo socialdemocratico, aperta dai kruscioviani, si infilarono gli “eurocomunisti”. Costoro imboccarono apertamente la via del compromesso con la borghesia capitalista e si adoperano a disorientare e dividere il proletariato e i suoi alleati attraverso le «riforme sociali», la «pace sociale», la «via parlamentare», etc.
Questi partiti degenerati, tra cui il PCI di Berlinguer, che negavano il leninismo, la lotta di classe, la rivoluzione e la dittatura del proletariato, si trasformarono ben presto in partiti di tipo socialdemocratico e presero la via del compromesso esplicito con la borghesia capitalista, la via dell’anticomunismo, per frenare e soffocare la rivoluzione.
Un'altra deviazione che si manifestò fu quella maoista. Questa deviazione, con la sua incapacità di portare a termine la rivoluzione antimperialista e antifeudale, i compromessi con l’imperialismo yankee e le sue tesi sulla collaborazione di classe, aprì la strada allo sviluppo capitalista della Cina, oggi completamente integrata nel sistema imperialista mondiale, in cooperazione con i monopoli internazionali.
Il cammino della Cina come superpotenza capitalista fu individuato, denunciato e condannato da Enver Hoxha fin dai suoi esordi.
Nel quadro della lotta per la difesa del marxismo-leninismo e del socialismo a livello internazionale, Enver Hoxha ha difeso il PC e la RP cinesi nei momenti più difficili che hanno attraversato, senza timore di attirarsi i fulmini degli imperialisti americani e dei revisionisti sovietici.
Ma quando venne a galla il tradimento dei dirigenti cinesi, il carattere borghese- revisionista della loro ideologia e politica, le loro mire per fare della Cina una superpotenza socialimperialista, il compagno Enver non esitò a dichiarare una guerra senza quartiere al revisionismo cinese.
E’ altresì nota la spietata critica del compagno Enver Hoxha alla teoria opportunista dei «tre mondi» elaborata dai revisionisti cinesi per giustificare i loro atteggiamenti controrivoluzionari, la loro politica socialimperialista.
In tutto il cammino della sua militanza Enver ha guidato con saggezza e coraggio la lotta contro il moderno revisionismo, in un periodo in cui partiti e Stati revisionisti cambiavano strada dalla mattina alla sera e assieme alle correnti socialdemocratiche soffocavano il proletariato e i popoli.
Il grande rivoluzionario albanese fu tra i primi dirigenti comunisti che comprese gli insegnamenti e trasse conclusioni di grande valore teorico-pratico dalla tragedia avvenuta negli altri paesi. E fu tra i primi e più decisi a levarsi implacabilmente contro i traditori ed i voltagabbana, contro tutti i revisionisti e gli anticomunisti, in difesa dell’intera opera di Lenin e di Stalin.
Non fu certo facile schierarsi contro quelle posizioni, resistere di fronte alla duplice pressione e ai ricatti dell’imperialismo e del revisionismo, difendere a spada tratta il socialismo proletario.
Eppure per oltre trenta anni Enver ha tenuto alta e portata avanti la bandiera del marxismo- leninismo, conducendo una lotta senza quartiere contro l’imperialismo ed il revisionismo non da posizioni nazionalistiche o per gretti interessi, ma sempre a partire da solide e coerenti posizioni di principio e internazionaliste.
La battaglia di Enver contro il revisionismo non fu solo ideologica; le questioni ideologiche si sono sempre legate a un’aspra lotta politica. La base di questo enorme sforzo di resistenza e contrattacco è stata la difesa conseguente del marxismo-leninismo, il mantenimento del suo genuino carattere proletario, il suo ulteriore sviluppo sulla base dell’analisi della situazione concreta e della prassi rivoluzionaria.
Tutto ciò ha rappresentato un enorme contributo e patrimonio per i coerenti comunisti di tutti i paesi, che educati da Enver Hoxha sono saliti sulla barricata delle posizioni marxiste- leniniste per sviluppare una linea di difesa e sviluppo dell’ideologia proletaria.
La devastazione e le sconfitte causate dal revisionismo moderno sono state più ampie e più gravi di quelle provocate dai traditori della Seconda internazionale. Perciò, la lotta contro il revisionismo moderno, particolarmente quello sovietico è stata sviluppata da Enver Hoxha in maniera permanente, multilaterale e decisa, per affrontarlo tanto in ampiezza, quanto in profondità.
Se si vuole contribuire effettivamente alla ripresa del movimento comunista e operaio, se si vuole avanzare nella teoria e nella pratica della rivoluzione proletaria, non si può prescindere dal lavoro rivoluzionario compiuto da Enver.
Questo perché la riappropriazione in termini rigorosi e scientifici del marxismo-leninismo, e in particolare del pensiero dei compagni Stalin e Enver Hoxha, è essenziale per la comprensione delle forme moderne dell’opportunismo e del revisionismo, specialmente dopo la presa del potere.
Purtroppo, vediamo che non c’è fra i partiti e le organizzazioni che sostennero in un modo o nell’altro il revisionismo sovietico, e che ancora si definiscono comunisti, un’ampia e profonda autocritica, e nemmeno un sano dibattito in relazione all’origine dei loro problemi.
Quasi nessuno di questi partiti si è impegnato in una profonda critica e autocritica degli eventi seguenti il XX congresso del PCUS (in Italia dell’VIII Congresso del PCI). Nella maggior parte dei casi si sono svolte critiche superficiali e non essenziali al passato e la linea errata del precedente periodo viene di fatto mantenuta e difesa, seppure sotto nuove forme (es. socialismo del XXI secolo). In altri casi, i dirigenti opportunisti hanno cercato semplicemente di disfarsi del problema, sentito come un ostacolo per la loro attività. Cambia il pelo, ma la sostanza resta.
La lotta tra i marxisti-leninisti e i traditori dell’ideologia dei proletariato dunque continua e continuerà fino a quando il revisionismo, che nasce e si sviluppa come agente della borghesia e dell’imperialismo, non sarà completamente liquidato nel mondo. E’ nostro dovere, in quanto marxisti-leninisti, difendere la concezione dei mondo rivoluzionaria della classe operaia.

La lotta contro l’imperialismo, per la rivoluzione e il socialismo

Nelle sue opere e con la sua indomita lotta, Enver Hoxha ha riaffermato le caratteristiche dell’imperialismo descritte da Lenin, ha esposto in tutti i suoi aspetti le tendenze di sviluppo del sistema imperialista, ha messo in luce la sua strategia, svolgendo numerose analisi e giungendo a conclusioni che continuano a illuminare il cammino della classe operaia e dei popoli.
Per Enver l’imperialismo non poteva dar vita ad una società “diversa”, ad un capitalismo “ringiovanito” e senza più crisi, poiché esso non è altro che il capitalismo al suo stadio più elevato e conclusivo, parassitario e aggressivo, reazionario su tutta la linea, un modi di produzione morente.
Ad esempio, nel suo libro “Imperialismo e rivoluzione” Enver Hoxha segnalò che:
“Le crisi economiche di superproduzione che si scatenano sempre più di frequente sono una chiara testimonianza della putrefazione e del parassitismo del capitalismo monopolista odierno. Lo scatenarsi delle crisi, che attualmente si sono fatte molto gravi, dimostra la giustezza della teoria marxista riguardo il carattere anarchico, spontaneo e disuguale della produzione e del consumo e smantella le «teorie» borghesi dello sviluppo del capitalismo «senza crisi», o della trasformazione del capitalismo in «capitalismo diretto».
Nella società capitalista attuale sta agendo con una forza ancora maggiore la legge generale dell’accumulazione capitalista scoperta da Marx, secondo cui, mentre da una parte cresce l’impoverimento dei lavoratori, dall’altra aumentano i profitti dei capitalisti. Tende ad accentuarsi il processo di polarizzazione della società in proletari e borghesi che sono in numero limitato....La putrefazione dell’imperialismo si manifesta chiaramente anche nell’aumento e nell’accentuazione della reazione in tutti i campi, specie in quello politico e sociale. “
Ed ancora, mettendo in luce l’approfondimento della crisi generale del capitalismo:
“All’attuale crisi economica e politica del mondo capitalista e revisionista si deve aggiungere anche la sua crisi ideologica e morale senza precedenti. Non sono mai esistite una confusione e una degenerazione ideologiche e morali simili a quelle attuali. Non sono mai esistite tante varianti di teorie borghesi, di destra, di centro e di «sinistra», rivestite di ogni sorta di abito, laico e religioso, classico e moderno, dichiaratamente anticomunista e cosiddetto comunista e marxista. Non si è mai visto un simile pervertimento morale, un costume di vita così degenerato, un rilassamento spirituale così profondo. Le teorie borghesi e revisioniste, architettate con tanti sforzi e strombazzate ai quattro venti quali «ricette per salvarsi dai mali della vecchia società», come ad esempio le teorie della «stabilizzazione definitiva del capitalismo», del «capitalismo popolare», della «società dei consumi», della «società postindustriale», della «prevenzione delle crisi», della «rivoluzione tecnica e scientifica», della «coesistenza pacifica» kruscioviana, del «mondo senza eserciti, senza armi e senza guerre», del «socialismo dal volto umano» ecc. ecc., ormai sono scosse fin dalle fondamenta”.
Sulla base di questa analisi critica il compagno Enver ha rigettato completamente le teorie che negavano lo sviluppo ineguale, le contraddizioni e gli antagonismi incompatibili fra le potenze imperialiste. Con ciò ha difeso e rimesso all’ordine del giorno la prospettiva della rivoluzione e del socialismo, come problema posto e da risolvere, unica via di salvezza dalla schiavitù e dalla barbarie capitalista ed imperialista.
Il suo pensiero sulle questioni di principio, di strategia e tattica del movimento rivoluzionario e di liberazione sociale e nazionale, spicca per l'ampia gamma di problemi posti.
L’analisi marxista-leninista delle caratteristiche del processo rivoluzionario del suo tempo; il legame esistente tra la rivoluzione socialista e i movimenti di liberazione nazionale, le rivoluzioni anti-imperialiste e nazional-democratiche; il legame tra le forze motrici della rivoluzione e i loro nemici interni ed esterni; il lavoro del partito tra la classe operaia e i suoi alleati; l'utilizzazione delle contraddizioni tra le file nemiche; la questione delle coalizioni, delle alleanze e dei fronti comuni con altre forze; l'attività rivoluzionaria dei marxisti-leninisti in condizioni di clandestinità e della legalità borghese; il loro atteggiamento verso le elezioni borghesi e la lotta armata: sono tutte questioni riguardo le quali è possibile trovare nelle opere di Enver Hoxha uno straordinario contributo teorico e pratico.
Il compagno Enver ha difeso e applicato gli insegnamenti marxisti-leninisti sulla rivoluzione, sulla strategia e la tattica della classe operaia e del suo partito marxista-leninista, condannando energicamente sia l’opportunismo di destra, sia il settarismo e l’avventurismo "di sinistra", che portano al disorientamento e alla sconfitta del movimento rivoluzionario del proletariato.
Alle strategie e alle tattiche revisioniste e piccolo-borghesi il compagno Enver oppose la strategia rivoluzionaria e la tattica basata sul marxismo-leninismo, arricchita e sviluppata in funzione delle condizioni specifiche della lotta e verificata nel fuoco della pratica.
Un tema specifico su cui Enver Hoxha è intervenuto continuamente è stato quello crescente pericolo di guerra, generato inevitabilmente dagli Stati imperialisti e capitalisti, dai monopoli finanziari.
Nei suoi scritti, interventi, discorsi, etc. più volte ha dichiarato che era compito di tutti i comunisti combattere con tutte le loro forze le superpotenze imperialiste, con alla testa l'aggressivo, guerrafondaio e pericoloso imperialismo statunitense, “il più feroce nemico del comunismo” (dal Rapporto al VI Congresso del PLA), e il revisionismo sovietico, non meno pericoloso.
Allo stesso tempo spiegò che è errato affermare che un imperialismo è aggressivo e un altro ammansito, che non si può combattere un imperialismo appoggiandosi su un qualsiasi altro imperialismo, sui reazionari e sui revisionisti.
Al contrario, ci deve appoggiare attivamente sul movimento rivoluzionario del proletariato e delle masse popolari, sulla lotta di liberazione dei popoli che combattono le potenze imperialiste e le cricche borghesi che li dominano, per distruggere l’imperialismo mondiale con una lotta conseguente. Altro che le concezioni revisioniste sulla “coesistenza pacifica”!
A trenta anni dalla sua scomparsa, in un periodo di aggravamento delle contraddizioni interimperialiste e di pericoli di guerra, gli insegnamenti di Enver Hoxha rimangono straordinariamente attuali.
La lotta contro il revisionismo moderno è parte integrante della lotta contro l'imperialismo, perché esso è la creatura e l'alleato dell'imperialismo, la manifestazione teorica e pratica dell'ideologia borghese nel movimento operaio, il «cavallo di Troia» dell'imperialismo all’interno del campo socialista (oggi non più esistente) e nei Partiti comunisti.
Dopo aver analizzato il capitalismo imperialista e le tendenze del suo sviluppo, le sue crisi inevitabili, era naturale che il compagno Enver accordasse un’eccezionale grande importanza alla lotta della classe operaia internazionale, all’appoggio incondizionato alla lotta antimperialista dei popoli del Medio Oriente, dell’Asia, dell’Africa, dell’America Latina.
Per questa stessa ragione, Enver ha evidenzato il ruolo dei partiti marxisti-leninisti dei diversi paesi e la posizione che dovevano occupare in questa lotta.
Enver Hoxha ha attualizzato e messo in pratica l’insegnamento di Lenin, secondo il quale senza combattere l'opportunismo e il revisionismo fino in fondo, con fermezza e in modo coerente, non si può sconfiggere l'imperialismo. Di conseguenza, senza smascherare e schiacciare il revisionismo e l’opportunismo di tutte le risme, la rivoluzione proletaria non può trionfare, non si può edificare e difendere con successo il socialismo e il comunismo.
Allo stesso tempo Enver ci ha insegnato che affinché la lotta sia condotta con successo è necessario che il proletariato sia organizzato, che abbia il suo Partito d’avanguardia, per rendere coscienti le vaste masse popolari della necessità della rivoluzione e guidarle nella lotta per la conquista rivoluzionaria del potere, per l’instaurazione della dittatura del proletariato, per l’edificazione del socialismo e del comunismo.

Viva il compagno Enver Hoxha!

Il compagno Enver Hoxha oltre ad aver assicurato la vittoria della rivoluzione e la costruzione del socialismo nel proprio paese, ha compiuto il proprio fondamentale dovere internazionalista verso il proletariato e la rivoluzione proletaria mondiale.
Nella sua lunga militanza quale eminente dirigente comunista, Enver ha avuto come costante preoccupazione quella di educare i comunisti albanesi e di tutti i paesi del mondo in un profondo spirito di internazionalismo proletario, di amicizia fra i popoli, basandosi sempre sul marxismo-leninismo, teoria d’avanguardia che permette al partito rivoluzionario della classe operaia l’elaborazione di una giusta linea politica.
Nei suoi rapporti con i partiti marxisti-leninisti e con i paesi socialisti, il segretario del PLA ha seguito una politica volta a stabilire e consolidare con essi vincoli saldi e fraterni, di sincera cooperazione e di aiuto reciproco sulla base del marxismo-leninismo, dei principi dell’internazionalismo proletario e della lotta aperta contro l’imperialismo e il revisionismo.
Nell’elaborare le sue posizioni il compagno Enver Hoxha non partiva solo dagli interessi del proprio popolo, ma esprimeva e rappresentava interessi estremamente importanti, cari a tutto il proletariato internazionale: gli interessi del socialismo e del comunismo.
Perciò ha sempre espresso e praticato la solidarietà con le forze rivoluzionarie del mondo, sostenendo senza riserve la lotta del proletariato internazionale contro l’oppressione e lo sfruttamento capitalistici, così come la lotta di liberazione dei popoli contro l’imperialismo e la reazione, considerando come proprie la loro lotta e le loro vittorie, così come le loro sconfitte.
Per i comunisti e i sinceri rivoluzionari di ogni paese la via di Enver rappresenta la difesa della teoria e della pratica marxista-leninista contro la strada della restaurazione e del tradimento revisionista.
Con la sua coerente e risoluta lotta di principio contro l’imperialismo e il revisionismo moderno, il compagno Enver Hoxha ha difeso il marxismo-leninismo quale sola teoria scientifica della rivoluzione e della costruzione della società socialista e comunista; ha difeso il campo socialista e il movimento comunista ed operaio internazionale dalle mire e dai tentativi degli imperialisti e revisionisti che puntavano a scinderli e ad annientarli.
Dopo la scissione e la degenerazione borghese causata dai revisionisti moderni nei paesi socialisti e nei partiti comunisti e operai, il compagno Enver Hoxha ha tenuto in alto la bandiera del marxismo-leninismo e dell’internazionalismo proletario, lottando per il rinnovamento del nostro movimento in tutti i paesi su basi rivoluzionarie proletarie, senza e contro i revisionisti e traditori.
Enver Hoxha ha aiutato la formazione dei nuovi partiti comunisti nel corso l’ondata stessa della lotta contro i revisionisti, ha collaborato con essi, sulla base del marxismo-leninismo e dell’indipendenza di ogni partito, ha fornito preziosi orientamenti per sviluppare la teoria e la pratica rivoluzionaria.
La battaglia condotta da Enver durante tutta la sua esistenza mantiene integro il suo valore e significato, poiché il revisionismo, l’opportunismo, la socialdemocrazia sono nemici permanenti della classe operaia e dei popoli.
Grazie alla lotta ideologica e politica che ha sviluppato, alla sua attività di costruttore del socialismo e del comunismo, alle sue previsioni che la realtà ha provato essere giuste, Enver Hoxha vive nei cuori dei proletari rivoluzionari.
L’aspetto più importante che vogliamo sottolineare oggi è la necessità del pieno recupero e dell’attualizzazione del pensiero e dell’opera del grande dirigente comunista albanese da parte dei sinceri comunisti, a livello nazionale e internazionale.
Nel trentesimo anniversario della sua morte, noi assumiamo il contributo offerto dal compagno Enver Hoxha come fondamentale nel patrimonio storico del comunismo. La sua eredità ideologica e politica è essenziale per la ripresa, l’ampliamento e il rafforzamento del movimento comunista ed operaio internazionale, per la sua piattaforma di lotta e di organizzazione.
Per una rottura definitiva, completa e aperta con il moderno revisionismo e con l’opportunismo, per la riorganizzazione su nuove basi e il raggiungimento di livelli più alti di unità fra le genuine forze comuniste, per la formazione di autentici Partiti comunisti, per rovesciare il capitalismo, l’imperialismo e edificare il mondo nuovo, è indispensabile conoscere e studiare il pensiero e l’opera di Enver Hoxha, oltre al pensiero e l’opera dei nostri quattro maestri.
Senza dubbio i coerenti comunisti possono e devono spingersi più avanti sul piano teorico e pratico, beneficiando dell’enorme patrimonio e delle lezioni del nostro passato, alzando la rossa bandiera che il compagno Enver ha impugnato nel corso della sua gloriosa militanza comunista.
Onore e gloria al compagno Enver Hoxha!
Viva il marxismo-leninismo!
Viva l’internazionalismo proletario!
Aprile 2015
Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia





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Antono Gramsci:Alcuni temi della quistione meridionale

Come si legge in 2000 pagine, cit., il manoscritto andò smarrito nei giorni dell'arresto di Gramsci e fu ritrovato da Camilla Ravera tra le carte che Gramsci abbandonò nell'abitazione di via Morgagni.
Il saggio fu pubblicato nel gennaio 1930 a Parigi nella rivista Stato Operaio, con una nota in cui è detto: «Lo scritto non è completo e probabilmente sarebbe stato ancora ritoccato dall'autore, qua e là. Lo riproduciamo senza alcuna correzione, come il migliore documento di un pensiero politico comunista, incomparabilmente profondo, forte, originale, ricco degli sviluppi piú ampi. ».




Questione elettorale borghese

Per un altro spunto (se ce ne fosse ancora bisogno) sulla questione elettorale borghese

Necessità di una preparazione ideologica di massa

di Antonio Gramsci , scritto nel maggio del 1925, pubblicato in Lo Stato operaio del marzo-aprile 1931. Introduzione al primo corso della scuola interna di partito




La legislazione comunista

Articolo apparso su L'Ordine nuovo anno II n.10 del 17 luglio 1920 a firma Caesar

Antonio Gramsci : Il Partito Comunista

Articolo non firmato, L’Ordine Nuovo, 4 settembre e 9 ottobre 1920.




Antonio Gramsci - Riformismo e lotta di classe

(l'Unità, 16 marzo 1926, anno 3, n. 64, articolo non firmato)




Antonio Gramsci : La funzione del riformismo in Italia

(l’Unità, 5 febbraio 1925, anno 2, n. 27, articolo non firmato)




Referendum sulla costituzione

Votare o non votare, è questo il problema?

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Elezioni borghesi: un espediente per simulare il consenso popolare!

Lo scorso 19 giugno, con i ballottaggi, si sono consumate le ennesime elezioni previste dal sistema democratico borghese. Si trattava di elezioni amministrative ma di alto significato politico nazionale.